martedì 20 dicembre 2016

Lavoro sbagliato? Ecco come capirlo

Oggi come oggi, da un punto di vista lavorativo, precariato e disoccupazione sono situazioni che ricorrono spesso, tanto da costringere molte persone a non fare il lavoro che vorrebbero. Ma è possibile capire se ciò che facciamo non è adatto a noi?

Intanto bisogna capire cosa fa la differenza, partendo ad esempio dall’ambiente in cui si opera, che indubbiamente riveste un’importanza primaria simile a quella della gestione del personale. Spesso e volentieri, infatti, non è tanto la mansione svolta che ci fa sentire inadeguati quanto il frame in cui operiamo. Secondo un sondaggio, ad esempio, una delle più soddisfacenti occupazioni sarebbe quella di collaborare con un’impresa di pulizie, in cui il personale viene gratificato dall’atteggiamento positivo dei titolari. Ciò che si è appurato è che quanto più una persona è soddisfatta e appagata per il servizio reso tanto meglio lavora, a prescindere dallo svolgere o meno il lavoro dei sogni.
Il non sentirsi adeguatamente apprezzati o sottovalutati dal proprio dirigente può causare scarso rendimento e soprattutto problemi alla propria autostima.



Lavoro sbagliato? Ecco come capirlo soffermandosi su altri particolari:

Insoddisfazione economica

L’insoddisfazione economica è certamente una delle prime cose che si avvertono. Spesso si ha la sensazione di non ricevere un guadagno proporzionato alle ore svolte e soprattutto alle mansioni svolte e all’alta qualità del lavoro fornito.

Avanzamento di carriera

Pensare che neanche con un avanzamento di carriera possa bastare per vedere riconosciute, da un punto di vista economico, le proprie capacità non è stimolante.

Lavorare ma non imparare

Non c’è niente di più stressante che lavorare ma non imparare. Entrare in una sorta di routine che non permette di arricchirsi ma costringe a fare giornalmente le stesse cose, quasi meccanicamente, senza il minimo incremento delle competenze personali è altamente snervante.

Guardare in prospettiva

Guardare in prospettiva, al proprio futuro, è difficile da fare quando non si percepisce da parte dei superiori una volontà nel portare avanti una collaborazione lavorativa duratura.

Attenzione all’incompatibilità

Succede spesso sul posto di lavoro, ed è un problema. Quindi, fate attenzione all’incompatibilità di carattere in special modo con il capo.

Vi rivedete in tutti questi punti? Allora, forse (o senza forse) è giunto il momento di affrontare la situazione e tutte le criticità che non vi consentono di lavorare in maniera serena o semplicemente è ora di “rassegnarsi” dinanzi ad una incontrovertibile verità: siete intrappolati in un mestiere che non vi appartiene. In questo caso, l’unica cosa giusta da fare per se stessi è provare a cercare nuove strade, nuovi sbocchi che possano soddisfarvi.   


Pensioni: le ultime novità

La materia delle pensioni, si sa, è una delle più mutevoli che ci sia. E’ molto difficile star dietro ad ogni modifica della disciplina in materia, specie considerando la frequenza con cui il legislatore interviene sull’argomento.
Partendo dai requisiti anagrafici diciamo subito che attualmente l’età per andare in pensione di vecchiaia è passata dai 66 anni e 3 mesi ai 66 anni e 7 mesi per gli uomini  (65 anni e 7 mesi per le donne) con 20 anni di contributi. L’innalzamento è conforme a quanto previsto dalla riforma Fornero: periodicamente l’età pensionabile viene adeguata alla speranza di vita media e questo ultimo adeguamento è valido per il triennio 2016-2018. C’è poi la pensione anticipata, che prevede l’uscita con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) indipendentemente dall’età anagrafica.
Ci sono poi requisiti diversi per i lavori usuranti e per la cosiddetta opzione donna.
Per i lavori usuranti si prevede che, laddove sia più favorevole, si possa applicare il vecchio meccanismo delle quote, in particolare, la somma dell’età anagrafica e contributiva deve essere pari a minimo 97,6 (anzianità contributiva minima 35 anni e età minima pari a 61 anni e 7 mesi).
Sono state eliminate le finestre e quindi ora si va in pensione dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti. Altra particolarità per questa categoria di lavoratori è il congelamento degli adeguamenti del requisito alle aspettative di vita.



Opzione donna è un altro regime distinto da quello ordinario ed è stato confermato anche per il 2017. Consente alle donne iscritte al regime generale obbligatorio dell’INPS di andare in pensione anticipatamente ma con il calcolo dell’assegno effettuato interamente col sistema contributivo. I requisiti per le lavoratrici sono 57 anni di età (58 anni le autonome) e 35 anni di contributi, maturati entro il 31 dicembre 2015.

Una novità pensioni per il 2017 è l’APE: Anticipo pensionistico volontario che consiste nella possibilità di andare anticipatamente in pensione attraverso prestiti bancari, garantiti da assicurazione sulla vita ed erogati dall’Inps, da restituire a rate a partire dalla maturazione dei requisiti pensionistici ordinari attraverso decurtazione dell’assegno. I requisiti per accedere all’APE sono i 63 anni di età dal 1° maggio 2017, 20 di contributi , che non manchino più di tre anni e 7 mesi al perfezionamento della pensione di vecchiaia e che l’assegno non sia inferiore a 1,4 volte l’importo minimo Inps.

venerdì 16 dicembre 2016

Guadagnare e investire con il trading online

Come in tutti i settori, iniziare a investire in qualcosa di nuovo è sempre difficile, perché è tutto un’incognita. Ma investire vuol dire rischiare e se non si è, almeno un minimo, “amanti del rischio” non è il caso di imbarcarsi in questa avventura.
Innanzitutto, per trading online si intende un investimento sui mercati finanziari attraverso la rete internet. I “trader”, cioè le persone coinvolte, comprano o vendono dalle materie prima agli indici o titoli azionari. Ecco perché chi fa trading online tiene sempre in considerazione la possibilità che si possa andare a perdere piuttosto che a guadagnare, quindi ci si ricollega al rischio di cui si parlava sopra. Per evitare di avere più perdite che entrate, bisogna essere bravi a mantenere la percentuale di guadagno superiore rispetto a quella di perdita e ciò può essere acquisito solo con pratica ed esperienza.


Come detto in precedenza, si può fare trading online con le cosiddette materie prime. Ma cosa sono queste materie prima? Parliamo di oro, argento, petrolio, grano, ecc, che non sono posseduti direttamente dal trader, bensì trae o meno vantaggio da quello in base all’andamento del valore di queste materie prime tramite gli strumenti finanziari che decide di utilizzare.
Per quanto riguarda, invece, i titoli o gli indici azionari, i trader si occupano di comprare o vendere i classici titoli quotati in borsa (sia borsa italiana che borsa estera); in questo caso, come è risaputo, chi ha comprato una o più azioni di una società ne possiede una piccola percentuale.
Ma per chi vuole iniziare a investire, il trading migliore e più semplice è quello delle opzioni binarie. In questo caso bisogna saper scegliere, e prevedere, se un prezzo andrà ad aumentare o a diminuire: se si è saputo prevedere bene, si avrà un ritorno economico. La tipologia di opzioni binarie più utilizzata è quella denominata call/put, tradotta in italiano con alto e basso. Quindi, se si prevede un andamento in rialzo, bisogna acquistare un’opzione call; diversamente, bisogna acquistare un’opzione put.
In questo contesto, quello che aiuta molto sono i grafici finanziari che devono essere sempre tenuti sotto controllo, in modo tale da avere a disposizione l’andamento in tempo reale e investire in base alla direzione del mercato. In genere, è consigliabile investire seguendo la sua stessa direzione.
Infine, come accennato sopra, è importante fare molta pratica ed esperienza ed evitare di investire (e, dunque, rischiare) un capitale molto più alto di quello che in realtà ci si può permettere di perdere.

venerdì 11 novembre 2016

Cosa sono e come funzionano le Azioni

Con l'importanza acquisita in questi anni dall'economia, tante persone ne avranno sentito parlare, tuttavia sono poche quelle che sanno veramente cosa siano le "Azioni" in ambito finanziario. Queste non sono altro, in maniera semplificata, che l'unità minima di una quota di proprietà del capitale di una società (ad esempio una "società per azioni" o "SpA"). Il possesso di tali "azioni" o quote azionarie di un'azienda fa acquisire al suo detentore la qualifica di "socio" e generalmente diversi diritti economici, di partecipazione e decisione all'interno della stessa società. Prima dell'acquisizione di azioni, quote o altro e quindi effettuare investimenti, gli operatori finanziari tuttavia acquisiscono diverse informazioni o dati sulle società, sul valore di essa e sul valore dei singoli beni o prodotti di questa, il cosiddetto Fair Value.

Con l'acquisto di azioni, un soggetto fornisce ad una società del capitale e quindi del denaro, tuttavia questo viene definito di "rischio", in quanto il "rientro" di tale denaro non è certo e dipende da diversi fattori, tra cui gli "utili" o profitti, conseguiti in un determinato periodo di tempo, che la società può suddividere tra i suoi soci. Tali profitti naturalmente possono variare in base all'andamento economico dell'azienda, del settore in cui opera la medesima oppure a quello generale del Paese. Ciascuna azione può avere poi un diverso valore:

- Nominale: rappresentato dal valore della quota del capitale societario riferito ad una singola azione;

- Patrimoniale: variabile in base all'andamento economico della società e si determina dividendo il patrimonio netto di questa per il numero delle azioni;



- Di mercato: è il prezzo determinato dagli scambi di azioni della società che ogni giorno avvengono nella "Borsa Valori";


Esistono poi azioni di diverso tipo e che forniscono diritti variabili in base proprio alla tipologia di queste:

- Azioni Ordinarie: sono quelle tradizionali e più diffuse, rappresentano il capitale della società e forniscono diversi diritti: da quelli patrimoniali (un utile o profitto per i singoli azionisti oppure, in caso di aumento di capitale, eventuale scelta di incrementare la propria quota o, ancora, rimborso nell'ipotesi di scioglimento della società stessa) a quelli amministrativi (possibilità di voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie dell'azienda);

- Azioni Privilegiate: sono previste facoltativamente e per quote limitate del capitale societario. Dispongono generalmente di una maggiore quota di utili o di rimborso rispetto alle azioni ordinarie, tuttavia prevedono anche maggiori limitazioni nel diritto di voto (delimitato generalmente alla sola assemblea straordinaria);

- Azioni di risparmio: simili a quelle privilegiate, tuttavia senza diritto di voto alcuno. Generalmente  sono previste per piccoli risparmiatori che prediligono solo l'acquisizione degli utili ma nessuno o minimo coinvolgimento nella vita della società.