La pratica crematoria è in costante crescita anche in Italia, soprattutto da quando anche la Chiesa Cattolica ne accetta lo svolgimento purché a determinate condizioni di rispetto della dignità del cadavere cremato e dell’igiene pubblica, in genere. La persona che intende affidarsi alla cremazione dopo essere passata a miglior vita deve dichiarare la propria volontà attraverso la compilazione di un modulo apposito che si può trovare all’interno degli uffici comunali di competenza oppure presso le agenzie funebri. Nel caso in cui, invece, la volontà sia stata espressa in vita solo in modo verbale e non scritto, sarà compito dei parenti più vicini far rispettare la volontà della persona di essere cremata. È bene sapere che la cremazione è un servizio pubblico a domanda individuale e che pertanto, ogni anno, vengono pubblicate le tariffe ministeriali valide per tutto il territorio nazionale, per cui i costi della cremazione a Roma sono gli stessi che a Milano o Palermo. Bisogna, tuttavia, puntualizzare che alcuni comuni sprovvisti di forno crematorio – su sollecitazione delle Società di Cremazione locali, possono praticare delle tariffe ridotte facendosi carico della parte di riduzione. L’adeguamento annuale della tariffa ministeriale è calcolato in base al tasso di inflazione programmato.
Quali sono le tariffe per la cremazione?
La SETIF (Associazione per i Servizi Funerari Italiani) ha reso noti i limiti tariffari validi per il territorio nazionale dal 1° Gennaio 2017 calcolati sulle previsioni del tasso di inflazione programmato contenuto nel DEF e approvato dal Consiglio dei Ministri.
Per effetto dei periodi di deflazione, o comunque di inflazione bassa, e degli scostamenti tra valori diversi programmati in corso d’anno dal Governo per l’inflazione, nel 2017 le tariffe massime di cremazione restano ferme ai valori del 2016. L’unico cambiamento (di un centesimo, per effetto dell' approssimzione) è per la dispersione in cimitero. I nuovi limiti per le tariffe di cremazione e dispersione ceneri in cimitero sono comprensive di aliquota IVA, laddove applicabile, al 22%.
Tariffe Cremazione anno 2017
|
incidenza percentuale
|
imponibile
|
IVA
|
totale
|
cadavere
|
100,0%
|
499,04
|
109,79
|
608,83
|
resti mortali
|
80,0%
|
399,23
|
87,83
|
487,06
|
parti anatomiche riconoscibili
|
75,0%
|
374,28
|
82,34
|
456,62
|
feti e prodotti del concepimento
|
33,3%
|
166,35
|
36,60
|
202,95
|
Dispersione di ceneri in cimitero
|
100,0%
|
201,64
|
44,36
|
246,00
|
Ai costi della cremazione tout court si aggiungono anche i seguenti costi – validi per tutto il territorio nazionale:
- 120,00 € per il trasporto della salma al forno crematorio;
- 250,00 € per la tumulazione delle ceneri in loculo;
- 150,00 €, invece, per la tumulazione delle ceneri in celletta cineraria o in loculo;
- 300,00 € per l’autorizzazione alla dispersione delle ceneri;
- 300,00 € per l’eventuale affidamento domiciliare delle ceneri;
- 300,00 € per l’autorizzazione all’inumazione delle ceneri nel cimitero.
Il pagamento – a prescindere dal tipo di servizio scelto – avviene presso la tesoreria del Comune di riferimento o tramite conto corrente bancario o postale intestato all’Ufficio responsabile di competenza.
La tariffa per cremazione d’urgenza
Secondo la Carta dei Servizi, a fronte della corresponsione della tariffa per la cremazione si deve ricevere la prestazione nei modi, tempi e termini stabiliti come per esempio la cremazione deve svolgersi entro 4 giorni lavorativi dall’accettazione del feretro e dall’arrivo della documentazione completa concernente il feretro.
Tuttavia, capita sempre più spesso che venga richiesta la procedura di cremazione d’urgenza nello stesso giorno di arrivo del feretro all’impianto crematorio o subito dopo la cerimonia di commiato al avere la disponibilità dell’urna, da parte dei familiari, in tempi brevi. È bene, sottolineare che, in questi casi, le istanze possono essere disattese dal gestore della procedura crematorio oppure, se sono accolte, richiedono un sovraprezzo per fornitura di servizi d’urgenza, in quanto possono essere necessari impianti diversi dal solito o prestazioni lavorative aggiuntive. La direttiva ministeriale non ha previsto questa evenienza e pertanto non vi sono limiti all’imposizione di detto soprapprezzo da parte del soggetto gestore, ovvero il comune sede dell’impianto di cremazione.