giovedì 29 novembre 2018

Trading Online: cos’è un’opzione binaria

Un’opzione binaria è un contratto che permette di acquistare e vendere un Asset, anche nel futuro, ad un prezzo fisso. Le Opzioni Binarie, strumenti altamente speculativi, possono comportare la perdita in parte o totale di tuto il capitale investito. Esse possiedono questo nome, perché l’esito dell’investimento con le opzioni binarie, porta a solo due possibili risultati, o la previsione è corretta o è incorretta.
In pratica, le opzioni binarie, più che un investimento, sono una scommessa.

Stop alle Opzioni Binarie!

L’ESMA, ente di regolarizzazione in ambito finanziario, ha deciso da poco tempo di vietare le opzioni binarie. L’ESMA ha vietato, infatti, di vendere azioni e di aprire conti con opzioni binarie ai cittadini privati, agli utenti privati.
Steven Maijoor, presidente dell’ESMA, ha dichiarato in tal proposito che:
“Le misure adottate dall’AESFEM rappresentano un passo significativo verso una maggiore protezione degli investitori nell’UE. Le nuove misure sui CFD, per la prima volta, garantiranno che gli investitori non potranno perdere più denaro di quanto hanno investito, limiteranno l’uso della leva finanziaria e degli incentivi e forniranno comprensibili avvertenze sui rischi per gli investitori.”
Questo è un durissimo colpo per molti Broker, soprattutto quei Broker che fanno pubblicità ingannevoli, dicendo che fare trading online è semplicissimo e che raddoppiare o triplicare il proprio capitale investendo online è uno scherzo. Molti Broker, in effetti, hanno già risentito forti perdite che vanno dal 10% fino ad arrivare persino al 20%.
In sostanza, con le Opzioni Binarie si possono avere percentuali molto alte, fino all’87%, ma non si può garantire il 100% e alla base si può rischiare di perdere tutto il capitale. L’ESMA, crede che questo strumento non possa essere venduto agli investitori al dettaglio, perché troppi inesperti per il tipo di caratteristiche che presenta il prodotto.

Investitori al dettaglio e opzioni binarie

Ora che tutti i trader al dettaglio non possono più investire in opzioni binarie, possono comunque fare trading binario?
Certo che si può, ma si deve chiedere al proprio Broker di farsi classificare come cliente professionale o professionista. Uno status che permette di continuare a fare trading online nello stesso modo in cui faceva prima, ma solo aggirando e superando ogni limitazione ESMA.
Ci sono, però, altri tipi di eccezioni che permettono di vendere le opzioni binarie. Molti broker, infatti, anche se non sono autorizzati da alcuna licenza europea, hanno altrettante licenze valide, affinché possano esser ritenuti di qualità. In questo caso specifico, si parla di Broker no ESMA che permettono di poter fare trading online su opzioni binarie senza i limiti imposti da ESMA.

mercoledì 25 luglio 2018

Cosa sono i BTP e come funzionano

Guardando la televisione e seguendo i telegiornali, capita a tutti di imbattersi in termini finanziari che non sempre riusciamo a capire pienamente. Uno di questi termini è il termine BTP. Questo acronimo racchiude le parole “Buoni del Tesoro Poliennali”. I BTP sono titoli di credito con scadenza medio lunga, che può variare dai 3 ai 30 anni. Essendo dei Buoni del Tesoro Poliennali a tasso fisso, i BTP alla loro scadenza, vengono rimborsati all’investitore con la stessa cifra pagata al momento dell’acquisto, calcolata in base alla somma di obbligazioni acquistate. Per questo motivo, il margine di profitto ottenuto consiste nella somma degli interessi maturati che vengono pagati due volte all’anno, ossia ogni 6 mesi. La cifra in questione varia in base all’interesse annuo che il titolo paga con le cedolari costanti. Esistono due modi per poter acquistare i BTP: attivando un conto online che ti permette di accedere ai titoli presenti sul mercato, oppure, attraverso una richiesta da fare alla propria banca che gestirà i titoli e l’acquisto degli stessi.

Differenza tra BTP,Bot,Ctz e Cct

Le obbligazioni di cui fanno parte i Btp, si differenziano in base a due fattori, ossia tipologia di rendita e durata. Come già detto, i Btp hanno una durata variabile e la rendita che si ricava varia in base agli interessi pagati con la cedola semestrale, oltre al rimborso corrispondente alla cifra investita al momento dell’acquisto.
Bot è l’acronimo di “Buoni ordinati del tesoro” ed hanno una durata che varia dai 3 ai 12 mesi. Essendo che i acquistano ad un costo inferiore al valore nominale, la rendita è rappresentata dalla differenza tra acquisto e incasso al momento della scadenza. L’acronimo Ctz, indica i “Certificati del tesoro zero coupon”, come i Bot anch’essi non hanno un rendimento effettivo in quanto non sviluppano interessi semestrali, ma l’incasso avviene soltanto alla scadenza dell’obbligazione che in questo caso è di 2 anni. I Cct,”Certificati di credito del tesoro”, sono titoli dinamici che riflettono l’andamento attuale del mercato finanziario. La cedola semestrale viene calcolata in base all’andamento dei Bot e questo tipo di obbligazione ha una durata di 7 anni.

Rendita Btp           

Il rischio principale che corre l’investitore che decide di acquistare i BTP è legato alla stretta correlazione tra il valore del BTP in suo possesso e la variazione dei tassi del mercato finanziario. Il rendimento Btp è determinato dalla relazione tra prezzo, tasso e guadagno netto. Generalmente il Btp è un investimento “sicuro”, negli ultimi anni però, i rendimenti dei Btp hanno mantenuto un profilo basso con margini di profitto inferiori, anche se l’oscillazione dello spread negli ultimi tempi fa ben sperare in un cambiamento della situazione economica attuale, in quanto più è alto il valore dello spread, più si alza la rendita dei Btp Italiani.

Non solo smaltimento

Molte aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti edili come Nova Ecologica a Roma, offrono svariati altri servizi tutti volti alla tutela dell’ambiente sia da parte delle imprese ma anche da enti pubblici e privati, affinché tanto il volto della propria città quanto quello del nostro pianeta, oggi sempre più a rischio, sia il migliore dei volti possibili.
Tutto ciò va effettuato nel pieno rispetto della normativa vigente, in continuo mutamento per via dei rischi e dei problemi che sembrano sorgere costantemente.
Rivolgersi ad un’azienda specializzata nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti risulta conveniente per il cliente che viene così privato delle grandi responsabilità che ne derivano, assicurandosi di aver agito correttamente.

Trasporto e recupero dei rifiuti

Le aziende in possesso di tutte le autorizzazioni rilasciate dall’albo dei gestori ambientali svolgono attività di trasporto, recupero e smaltimento di rifiuti con mezzi propri, stabilendo i prezzi in base al peso dei rifiuti.
Tra i rifiuti in genere destinati a recupero o smaltimento, troviamo: rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione come macerie, ceramiche, mattoni e calcinacci, ma anche polistirolo, materiali derivanti da scavo come terre e rocce, legno, vetro, imballaggi contaminati da sostanze pericolose (come le vernici, ad esempio), rifiuti ferrosi e non come ottone, acciaio, cavi elettrici. Insomma il numero di rifiuti è davvero notevole e molti di essi possono essere prodotti anche senza svolgere grandi lavori di ristrutturazione.
Il trasporto, inoltre viene sempre eseguito insieme al ‘’Formulario Identificazione Rifiuto’’ (F.I.R.) che contiene tutte le informazioni relative alla tipologia di rifiuto, al produttore, destinatario e trasportatore.

Disinfestazione e disinfezione

Si tratta di due importanti processi che vanno effettuati soprattutto nei luoghi pubblici come le scuole, affinché la sicurezza e l’igiene siano sempre garantite.
Per ‘’disinfezione’’ si intendono gli interventi effettuati al fine di eliminare microrganismi patogeni dall’ambiente, impedendo in tal modo la trasmissione di malattie infettive dalla fonte, intervenendo quindi anche in condomini, appartamenti, luoghi industriali, ospedali, alberghi, bar e simili.
Per ‘’disinfezione’’ si intende invece l’eliminazione di qualsiasi insetto che possa risultare dannoso o fastidioso, come ad esempio le formiche che possono recare dei danni alle nostre case se lasciate libere di svilupparsi. Essa viene effettuata in seguito ad un sopralluogo, spesso gratuito, che consentirà di individuare l’insetto da eliminare e scegliere il mezzo con cui intervenire nel modo più efficace, limitando anche eventuali danni, utilizzando, dunque, tecnologie e prodotti innovativi selezionati in base alla specie da eliminare.

mercoledì 11 luglio 2018

I comparatori di assicurazioni auto

Saper risparmiare è una dote che torna sempre utile, soprattutto nei periodi di magra; ci sono beni su cui è possibile risparmiare se non vi si può rinunciare, come per esempio l’automobile. Ridurre i costi per l’assicurazione è possibile e individuare le assicurazioni auto economiche è possibile grazie ai numerosi comparatori di RCA online, strumenti utili e facili da utilizzare per il proprio risparmio.

Cosa sono e come funzionano i comparatori di polizze assicurative auto

I comparatori di polizze assicurative auto sono dei servizi online o piattaforme attraverso le quali è possibile confrontare in tempo reale tutte le proposte assicurative delle compagnie assicuratrici, incluse quelle low cost e poter scegliere tra quelle più convenienti per rapporto qualità prezzo, ossia premio e servizi di assistenza. Vi sono diversi comparatori da poter consultare online, tutti molto simili per tipologia e servizio, alcuni sono siti più strutturati con articoli correlati, newsletter e news feed per gli aggiornamenti, altri sono dei comparatori standard, in cui inserire i dati richiesti e ottenere i vari prospetti informativi.
I comparatori sono facili da utilizzare e sono intuitivi, però richiedono tempo nella compilazione dei moduli perché infatti per poter avere una stima dei vari preventivi promossi dalle compagnie assicuratrici occorre inserire una serie di dati personali e relativi alla vettura da assicurare. In compenso, però, una volta inseriti i dati, si ottiene un quadro esaustivo delle offerte in circolazione, piuttosto che consultare singolarmente i siti delle compagnie assicuratrici. In Italia, attualmente operano esclusivamente online o anche online le 10 maggiori compagnie assicuratrici; grazie ai comparatori online è possibile confrontarle tutte e 10 in una sola schermata, più una serie di altre offerte e polizze di compagnie low-cost o straniere operanti anche in Italia. È bene dire che in ogni caso, sottoscrivere una polizza online è più economico che rivolgersi in agenzia: per esempio tra Generali e Generali Online (lo stesso gruppo assicurativo), si risparmia con Generali online soprattutto sui costi di agenzia che incidono sulla formazione della polizza.

Quali sono i principali comparatori di assicurazioni auto

I comparatori di tariffe sono numerosi e in crescita, vi proponiamo quelli più noti e classificati come migliori dagli stessi utenti:
  • SOS Tariffe: per quattro anni consecutivi è stato nominato sito web dell’anno nel suo genere che permette di confrontare oltre alle polizze assicurative auto anche una quantità di altri servizi come quelli energetici, gas, telefonia, conti correnti e carte bancarie, abbonamenti TV, prestiti e mutui.
  • CarcAssicurazioni: è un comparatore di polizze auto, moto, viaggi, casa e prevenzione famiglia;
  • Compara Meglio: confronta polizze assicurative auto, moto, viaggi, mutui, prestiti e assicurazioni vita;
  • Segugio.it: è il sito più noto al grande pubblico per il confronto di assicurazioni RCA, ma recentemente permette di confrontare anche tariffe energetiche, abbonamenti TV, muti e conti bancari;
  • Facile.it: come per il precedente, si tratta di un comparatore molto noto che nasce prevalentemente per il servizio di comparazione delle polizze auto, ma che si sta aprendo ad altri settori.
  • Mio Assicuratore: è tra i più ampi nella scelta di servizi da comparare, oltre alle polizze auto, anche condomini, negozi, polizze per infortuni, aziende, fondi pensione, banche.
L’affidabilità di un comparatore si valuta anche in base al risultato di ricerca, in quanto i preventivi risultanti dalla ricerca dovrebbero sempre corrispondere ai preventivi effettuati sul sito della compagnia assicuratrice stessa. Tutti i comparatori sopra elencati rispondono a questa specifica, assolvendo quindi al loro ruolo di agevolatori nella consultazione contemporanea di più preventivi a parità di condizioni.

mercoledì 4 luglio 2018

Diversi metodi di investimento tra cui le opzioni binarie


Sono davvero molti i modi di investire e guadagnare che oggi fanno parlare; da anni soprattutto le casalinghe si affidano ad aziende esperte nell'igiene, nella pulizia della casa, nella cura della persona, nella salute: basti pensare ad Herbalife che con i suoi prodotti multi-proteici ha permesso a molte donne di ritrovare il loro peso-forma e di dare finalmente una svolta al loro metabolismo; oppure potremmo nominare Avon, conosciuta a livello internazionale ed esperta nel settore make-up che a prezzi ridotti vende prodotti poi non così male; conosciamo inoltre Stanhome, che si occupa specialmente dell'igiene della casa e che offre una selezione di prodotti di alta qualità; vi è poi Yves Rocher, specializzata nella cura della persona con prodotti di origine naturale...Tutti modi questi per arrotondare lo stipendio o per godere di un minimo di indipendenza per mezzo di piccole percentuali ottenute tramite la rappresentanza; certo il guadagno che se ne ricava è marginale, ma è pur sempre un metodo di investimento adatto particolarmente alle donne.

Le Opzioni Binarie: Spiegazione Di Questo Metodo Di Investimento.

Oggi però è di moda, il cosiddetto Trading e sempre più frequentemente si sente parlare di Opzioni Binarie; di cosa sto parlando?
Le opzioni binarie, definite da alcuni operazioni binarie, sono strumenti finanziari derivati, cioè contratti i cui prezzi sono vincolati al mercato, sfruttati dagli investitori, nominati generalmente trader. Questa è senza dubbio un'attività che sta riscuotendo molto successo oggi, dal momento che il mercato ha aperto le sue porte al pubblico permettendogli di investire. E' interessante che un investimento può lucrare l'80% del capitale che è stato investito, quindi caspita che opportunità! Le opzioni binarie hanno diverse scadenze: possono variare dai 60 secondi alle 24 ore; vi sono poi le opzioni binarie definite One Touch che hanno scadenza settimanale, possono essere acquistate durante il fine-settimana ed offrono persino un guadagno del 500% del capitale investito.

Tetti massimi di investimenti nelle opzioni binarie

Ma quanto si può investire nelle opzioni binarie? Sembra esserci un tetto massimo di 10.000 euro, che sono comunque molti; oltre ad un totale massimo, ve ne è anche uno minimo che va dai 5 ai 25 euro e dipende prettamente dalla piattaforma scelta per investire.
In ogni caso non esistono opzioni binarie facili come molti vogliono farci credere: occorre agire con abilità, tenersi informati e se necessario chiedere consiglio a chi ha più esperienza nel settore.
Per il resto, è utile prima di operare una scelta simile, provvedere a tutti i bisogni di primaria importanza ed avere sempre a propria disposizione dei risparmi da poter utilizzare in caso di perdita.

mercoledì 16 maggio 2018

Come ottenere l’autorizzazione ESTA

L’ingresso sul territorio statunitense richiede il visto, tuttavia, gli Stati Uniti hanno messo a punto per alcuni Stati e a determinate condizioni la possibilità di accedere al Visa Waiver Program, ovvero il Programma Viaggio senza visto per il quale si richiede il possesso dell’Autorizzazione ESTA (Electronic System for Travel Authorization). Il programma ESTA è gestito dal Dipartimento della Homeland Security/Customs and Border Protection al quale inoltrare la richiesta. L’autorizzazione ESTA deve essere ottenuta entro 72 ore prima del viaggio, ma è bene richiederla con ben più largo anticipo perché la richiesta potrebbe essere rigettata per cui si deve poi ricorrere al rilascio di un visto non –immigranti che richiede tempi burocratici di rilascio diversi. Anche se la richiesta per l’ESTA non è complicata – basta compilare un modulo online – ci si può rivolgere a degli intermediari o avvocati esperti in immigrazione per seguire la pratica (consulta a riguardo il sito www.studiolegalecarlocastaldi.com).

Cos’è l’ESTA?

Tutti i viaggiatori che desiderano organizzare un viaggio negli USA per lavoro, studio o piacere con o senza bambini devono munirsi di visto. Alcuni possono richiedere l’autorizzazione speciale ESTA che è un documento che facilita l’ingresso negli Stati Uniti, sostituendo le altre tipologie di visto non-immigrati o immigrati previsti dall’amministrazione statunitense. L’ESTA fa parte del Programma Viaggio Senza Visto riservato ad alcuni paesi, inclusa l’Italia. I viaggiatori dei Paesi che possono fare richiesta dell’ESTA sono (in ordine alfabetico):

  • Andorra, Australia, Austria;
  • Belgio, Brunei;
  • Danimarca;
  • Finlandia, Francia;
  • Germania, Grecia;
  • Irlanda, Islanda, Italia;
  • Giappone;
  • Liechtenstein, Lussemburgo;
  • Monaco;
  • Nuova Zelanda, Norvegia;
  • Paesi Bassi, Portogallo;
  • Regno Unito;
  • San Marino, Singapore, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera.

La validità dell’ESTA è di due anni, ma se il passaporto scade prima dei due anni, anche la validità dell’ESTA si estingue. Fino a quando l’ESTA è valido, ci si può recare negli Stati Uniti più volte senza dover richiedere ulteriori autorizzazioni. Per ottenere l’ESTA bisogna avere tutti i requisiti richiesti  e sono:

  • Essere cittadini o residenti in uno dei paesi ammessi al Programma Viaggio Senza Visto;
  • Possedere un passaporto elettronico in corso di validità;
  • Si viaggia negli Stati Uniti solo per turismo o per affari (l’ESTA va richiesta anche se si deve fare scalo e si è in transito negli USA per altra destinazione);
  • La permanenza sul territorio statunitense non deve superare i 90 giorni;
Chi viaggia con i bambini, deve inoltrare la richiesta dell’ESTA anche per loro, ma solo se il minore è in possesso di un proprio passaporto individuale. I minori iscritti sul passaporto dei genitori dovranno effettuare la richiesta di un regolare visto non-immigrati di ingresso negli USA.

Come richiedere l’ESTA


Ci sono sostanzialmente due modi per richiedere l’ESTA:

  • Collegandosi via internet al sito governativo e compilare il modulo online. Il sito è in molte lingue, incluso l’italiano. Il costo per le spese amministrative è di 14 dollari da pagare online con carta di credito;
  • Attraverso gli intermediari terzi – studi notarili o legali (come lo Studio Legale Carlo Castaldi) – a cui affidare la pratica. Il servizio è a pagamento (in media dai 50 € in su ai quali aggiungere i 14 dollari richiesti dal Governo Statunitense che saranno rimborsati qualora la richiesta viene rigettata).

Se fare da soli o affidarsi ad un intermediario dipende dalle proprie capacità e dal tempo che si ha a disposizione o da quanto incute timore la gestione di una pratica online (paura di sbagliare la compilazione dei campi, di non capire tutti i passaggi) e infine anche dal denaro (se si preferisce risparmiare facendo da soli o investire sull’assistenza alla pratica burocratica).

lunedì 14 maggio 2018

Come smaltire rifiuti edili

I rifiuti edili sono associati ai calcinacci e ai materiali di risulta in fase di costruzione o ristrutturazione. Ma i rifiuti edili non sono tutti uguali, infatti, si distinguono in rifiuti edili prodotti in fase di costruzione e rifiuti edili prodotti in fase di demolizione. Lo smaltimento, conseguentemente, è diverso per gli uni e per gli altri e disciplinati da normative diverse; per questo è necessario rivolgersi a società di smaltimento specializzate come la Nova Ecologica.

Trattamento dei rifiuti edili prodotti in cantiere

Il decreto Ministeriale n. 186 del 5 aprile 2006 sancisce la procedura di trasformazione, trattamento e riciclo dei prodotti di risulta edile. Le attività di recupero sono sottoposte a procedura tecniche volte a stabilire:

  • Le quantità massime che si possono impiegare per un determinato materiale;
  • La provenienza del materiale;
  • Tipo e caratteristiche del rifiuto edile e condizioni di utilizzo;
  • Indicazioni su come effettuare il recupero senza pericolo per la salute umana e ambientale.

Le autorità competenti al controllo sul rispetto delle norme in materia di smaltimento dei rifiuti edili sono i Comuni; ciò significa che quando si richiede il permesso o la licenza di costruzione bisogna precisare alle autorità comunali la quantità di rifiuti edili che si genereranno in fase di lavoro in cantiere. I rifiuti edili prodotti in fase di costruzione e quelli prodotti in fase di demolizione devono essere tenuti separati e non possono essere mescolati con altri rifiuti speciali. La suddivisione in cantiere deve essere svolta nel seguente modo:

  • Rifiuti edili non inquinanti derivanti da sgombero o materiale di sterro (trattasi di smaltimento dei materiale di sterro non inquinato);
  • Rifiuti edili che possono essere depositati in discarica senza trattamento (trattasi di smaltimento di inerti);
  • Rifiuti combustibili come carta, cartone, legna e altri materiali sintetici (smaltimento di rifiuti edili combustibili);
  • Altri rifiuti non identificati.

Smaltimento dei rifiuti edili da demolizione

I rifiuti edili da demolizione si devono tenere separati dal quelli di costruzione perché sono più disomogenei rispetto ai rifiuti generati in fase di costruzione. Infatti, i rifiuti edili da demolizione necessitano di trattamenti preventivi quali:

  • Vagliatura,
  • cernita,
  • separazione,
  • rimozione di sostanze inquinanti,
  • recupero di metalli o composti metallici;
  • frantumazione.

Prima del riutilizzo è necessario un procedimento di ripristino e la legge che ne disciplina lo smaltimento è il D. Lgs. n 152/2006, che stabilisce anche chi deve occuparsi dello smaltimento delle macerie. La legge stabilisce che le macerie le smaltisce chi le produce, quindi sostanzialmente se a crearle è un’impresa di costruzioni, la stessa si occuperà dello smaltimento. Se il lavori sono svolti in proprio, sarà il proprietario dell’immobile a occuparsi della gestione dei rifiuti edili e – in base alle quantità prodotte – provvedere al conferimento in discarica o contattare una’azienda specializzata di smaltimento rifiuti.

mercoledì 9 maggio 2018

I rifiuti elettrici

Lo sviluppo della tecnologia ha portato ad una crescita anche di quelli che sono i rifiuti elettrici, questi  non sono considerati come dei rifiuti speciali, come quelli che vengono smaltiti da Nieco che offre sul proprio portale www.nieco.it  anche numerosi consigli su come funzionano le varie pratiche di smistamento.
I rifiuti elettrici anche quindi uno specifico smaltimento, la prassi prevede che questi vengano portati nelle discarica, ma molto spesso vengono accumulati in casa o ancora peggio lasciati per strada andando quindi a provocare numerosi danni all’ambiente.
I rifiuti elettrici vengono classificati con la sigla RAEE (Rifiuti di Apparrecchi elettrici ed elettronici), una categoria che al proprio interno prevede tutti quei prodotti che hanno bisogno dell’energia elettrica per il proprio funzionamento e presentano delle componenti che sono difficili da smaltire come; trasmissioni, amplificatori e batterie.

Come effettuare lo smaltimento dei rifiuti elettrici

La raccolta dei rifiuti che presentano delle componenti elettriche  viene fatto da ditte specializzate che usano degli specifici macchinari. che stanno attenti soprattutto a quelle che sono le sostanze pericolose come ferro, acciaio e alluminio.
 Quindi il primo passaggio nella gestione dei rifiuti RAEE prevede che questi vengano messi in sicurazza,poi questi vengono smontati le varie componenti e poi avviene il recupero dei materiali.
Nello smaltimento dei rifiuti elettrici ci sono numerose agevolazioni, grazie a delle normative come il decreto del Ministero dell’Ambiente che permette a chi acquista un elettrodomestico, nei centri convenzionati  che aderiscono alla normativa, di lasciare quello vecchio e sarà il negozio ad occuparsi in tutto e per tutto dello smaltimento.

Riciclaggio rifiuti elettrici

I materiali elettrici possono anche essere riciclati, ma per fare questi passaggi è necessario avere degli impianti specializzati  dove vengono separate le varie componenti e rimosse quelle che risultano pericolose, in modo poi da certificare la trasformazione e riutilizzare i prodotti.
Al mondo esiste una grande quantità di rifiuti elettrici, questi vengono catalogati su circa le 20 tonnelate ed quindi molto difficile smaltire una quantità tale per questo è molto importante effettuare il riciclaggio.
Con il riciclaggio dei rifiuti elettici si possono apportare numerosi vantaggi anche per quello che riguarda l’ambiente.
Il riciclaggio porta:

  • 3 milioni  di tonnellate  in meno di emissioni di C02
  • Un grande risparmio di energia elettrica
  • Il riutilizzo di 3 tonnellate di materiale elettrico  con un vistoso risparmio economico
  • Recuperare oltre 300.000 tonnellate di materiale

Finito il processo di riciclaggio avviene sempre il test del funzionamento delle apparecchiature e poi rimessi sul mercato, in modo da essere anche rivendute.







giovedì 22 marzo 2018

Come diventare consulente sulla gestione rifiuti

La consulenza sulla gestione rifiuti per le aziende è tra le professioni più richieste degli ultimi tempi. Complici normative sempre più complesse e difficoltà sempre maggiori da parte delle imprese nello smaltimento e nella gestione stessa dei rifiuti prodotti, il consulente è un validissimo aiuto soprattutto in settore specifici come l’edilizia, la sanità, l’agricoltura, la metallurgia e così via. Consideriamo che i rifiuti prodotti dalle aziende sono considerati speciali e spesso classificati come pericolosi, pensiamo ad esempio a quelli edilizi o sanitari, e di conseguenza necessitano di una gestione e di uno smaltimento che avvengano secondo procedure precise e corrette. Il consulente, in questo senso, è proprio colui che aiuta l’azienda nell’organizzazione della gestione dei rifiuti, controllando che la normativa venga applicata in modo corretto e preciso.

Il test di ammissione per i consulenti

Ci sono diverse tipologie di consulenti, a seconda della specializzazione e dei compiti che vengono svolti. C’è chi, ad esempio, si occupa della gestione, chi della decontaminazione, chi svolge questo ruolo come dipendente di un’impresa e chi, nella maggior parte dei casi, è un professionista esterno specializzato sul tema e regolarmente iscritto all’apposito albo. Per diventare consulente, infatti, occorre essere abilitati e quindi essere ritenuti idonei attraverso un esame, che consiste in un test multiplo su domande di carattere generico e specifico. L’idoneità non è eterna, ma va ripetuta e verificata ogni cinque anni così da mettersi continuamente alla prova. Può fare l’esame ogni cittadino italiano o extracomunitario diplomato.
Il test viene regolarmente pubblicizzato su internet, tramite l’albo dei gestori ambientali, per sostenerlo va versata anche una piccola quota per l’iscrizione, pari a 90 euro, iscrivendosi direttamente alla Camera di Commercio. L’esame dura un paio di ore e funziona esattamente come tutti i test a risposta multipla. In caso di superamento viene rilasciato un attestato che abilita alla professione e si viene iscritti in automatico all’albo nazionale dei gestori ambientali, consultabile anche online.

Una figura professionale innovativa

Si tratta, quindi, di una figura competente sulla gestione e l’organizzazione dei rifiuti aziendali, che rappresenta un punto di riferimento importante per le imprese e che monitora attentamente – e con precise responsabilità – la questione rifiuti aziendali. Un professionista serio che sta assumendo via via sempre maggiore importanza nelle politiche sui rifiuti e che sta comportando anche una progressiva rinnovata attenziona da parte del mondo imprenditoriale per questo settore. Oggi, infatti, esistono società specializzate nella consulenza sulla gestione rifiuti, come Nova Ecologica, che offrono servizi molteplici e di alta gamma nel settore consultabili anche su NovaEcologica.it.

martedì 20 marzo 2018

Modello ICRIC (invalidità civile): adempimenti in caso di decesso del titolare

La morte è un evento traumatico che segna molto più chi sopravvive, non solo emotivamente ma  anche per tutto il carico di burocrazia che si materializza subito dopo aver superato l’ondata di dolore e sofferenza per la perdita. A seconda delle situazioni, è necessario svolgere alcuni adempimenti relativamente allo stipendio o pensione percepita dal defunto che ne era titolare e alla tipologia di retribuzione o pensione (reversibilità, invalidità civile, invalidità militare e così via).  In fin dei conti, avere a che fare con le agenzie funebri a Roma o in qualsiasi comune italiano è il problema minore, soprattutto se si tratta di agenzie rinomate e di esperienza come la Cattolica San Lorenzo. Le difficoltà subentrano quando si ha a che fare con le amministrazioni pubbliche; ma l’importante è essere informati e sapere cosa fare e come muoversi. Uno di questi casi riguarda gli adempimenti in merito alla pensione di invalidità civile di cui il defunto era titolare.

Cos’è il modello ICRIC

La pensione di invalidità civile viene richiesta all’INPS tramite apposito modulo: il modello ICRIC (Invalidità Civile Ricovero) che attesta il grado di invalidità e l’eventuale indennità di accompagnamento nonché indennità di ricovero presso una struttura pubblica – con la retta a carico, per intero, dello Stato (ad esclusione dei ricoveri per patologie).
Il modello ICRIC è, dunque, una dichiarazione che serve all’INPS per la verifica delle condizioni di indennità e la permanenza dei requisiti amministrativi – secondo legge – per poter riconoscere l’erogazione della prestazione economica relativa alla condizione di invalidità civile e, di conseguenza, ricalcolare, aumentare o ridurre l’importo dell’indennità di accompagnamento o dell’assegno sociale. I riferimenti normativi sono:
l’articolo 1 della legge n.662 del 23 dicembre 1996; e
la Legge n. 247 del 24 dicembre 2007.

Adempimenti in caso di invalidità civile del defunto

La circolare INPS 2535/2017 stabilisce che la comunicazione dei redditi all’INPS spetta anche a coloro che si trovano in condizione di presentare le cosiddette dichiarazioni reddituali brevi relative alle dichiarazioni di decesso, espatrio o rinuncia alla pensione di invalidità.
La dichiarazione breve di decesso può essere presentata dagli eredi solo nel caso in cui il decesso sia avvenuto in una data precedente l’anno di reddito richiesto. In caso contrario, qualora non ci fosse la suddetta condizione,  gli eredi legittimati a dichiarare per conto del de cuius devono presentare una regolare dichiarazione reddituale a tutti gli effetti.

Quanto costa la cremazione degli animali

La cremazione degli animali è oggi un’usanza molto diffusa anche in Italia. Tuttavia, le associazioni animaliste denunciano spesso prezzi troppo elevati e poca regolamentazione. Cosa fare allora? Come possiamo regolarci per capire, nel caso ci sia necessario, come procedere e a quali prezzi, per la cremazione cani a Roma? Sicuramente possiamo rivolgerci a degli esperti del settore come Cattolica San Lorenzo o visitare il sito aziendale www.funeraliroma.it per avere qualche informazione tecnica e ben precisa sul tema. In ogni caso, vediamo assieme quanto costa o almeno quanto dovrebbe costare la cremazione degli animali e com’è la situazione effettiva in Italia.

I cimiteri per gli animali in Italia

Nel caso in cui, purtroppo, ci troviamo ad affrontare il decesso del nostro cane, dobbiamo sapere che la sua sepoltura ha regole ben precise nel nostro Paese. Innanzitutto, ma questo dovrebbe essere superfluo sottolinearlo, è vietato abbandonare il corpo senza vita del nostro animale tra i rifiuti o sulla strada. Ci sono soltanto due alternative: la cremazione oppure la sepoltura in cimiteri appositi o nei terreni privati. La normativa generale in realtà è dell’Unione Europea, spettando poi alle ASL e ai Comuni la competenza di emanare regolamenti precisi validi in ogni territorio. Nel caso in cui, comunque, decidiamo per la sepoltura questa può essere fatta sia nei cosiddetti cimiteri per cani che in terreni privati, nel nostro giardino ad esempio, purché non ci siano falde acquifere e il cane non sia morto di infezione. Nel caso di un condominio, ci servirà il consenso condominiale. I resti vanno poi isolati, così da metterli al riparo anche dall’aggressione da parte di altri animali che potrebbero sentirne l’odore. Per la cremazione occorre rivolgerci a un’impresa funebre specializzata o al nostro veterinario e il procedimento avverrà secondo una burocrazia e una logistica ben precisa.

Cremazione cani, quanto costa

Arriviamo ora ai costi. Per la sola cremazione i prezzi minimi partono dai 50 euro, il certificato di morte costa invece almeno 30 euro. La cremazione singola costa ovviamente di più di quella comune. Anche il cimitero per animali costa, esattamente come per gli uomini. In questo caso si prevedono dei canoni di affitto ben precisi. Insomma, se consideriamo tutti gli annessi e connessi relativi alla morte del nostro amico a quattro zampe, una sepoltura degna può arrivare a costare anche oltre i 3000 euro, una cifra considerevole e, soprattutto, non proprio alla portata di tutti. L’unica strategia, quindi, è quella di informarci bene e valutare, preventivi alla mano, la migliore offerta per l’ultimo saluto al nostro cane.

lunedì 19 marzo 2018

Come sapere quali rifiuti produciamo

Sappiamo esattamente che tipo di rifiuti produciamo? Probabilmente no. Ultimamente, uno degli aspetti a cui siamo maggiormente interessati è la questione della riciclabilità o meno dei rifiuti e delle varie tipologie, ma spesso oltre a questa dimensione tendiamo a confonderci. Cominciamo quindi a chiarirci un po’ le idee. Innanzitutto, cosa si intende per rifiuto? Dal punto di vista normativo, un rifiuto è ogni cosa o oggetto di cui ci si voglia o ci si debba disfare. Esistono rifiuti molto diversi tra loro, urbani e speciali ma anche pericolosi e non pericolosi. Com’è intuibile, la differenza tra le diverse tipologie condiziona anche il tipo di smaltimento del rifiuto, che va comunque affidato a un’impresa qualificata nel settore come Nieco (se vuoi consultare il sito clicca qui), Vediamo più in dettaglio la differenza tra le diverse classificazioni.

I rifiuti urbani e quelli speciali

Se un rifiuto è urbano o speciale lo decide la sua provenienza, ovvero se arriva da una casa o da un luogo produttivo, che sia artigianale o industriale o agricolo poco importa. Dunque, il rifiuto urbano è quello domestico, gestito nel suo smaltimento dall’amministrazione pubblica o da società compartecipate (di solito) che incide anche sulla tassa dei rifiuti. I rifiuti speciali, invece, sono quelli prodotti da aziende, imprese, stabilimenti industriali, che vanno smaltiti attraverso imprese specializzate nel settore e autorizzate nell’attività di smaltimento. Questo perché smaltire i rifiuti speciali non è solo un’attività complessa dal punto di vista della gestione tecnica, ma anche amministrativa. Dunque, occorre che un’impresa autorizzata si occupi dello smaltimento dall’inizio alla fine, provvedendo quindi a tutta la filiera della gestione del rifiuto speciale.

Cosa sono i rifiuti speciali pericolosi

Esistono poi i rifiuti speciali cosiddetti pericolosi e quelli considerati non pericolosi. Questa distinzione dipende dalla tipologia di rifiuto, se cioè al suo interno contenga sostanze inquinanti oppure no. In caso positivo, oltre allo smaltimento specifico di questi rifiuti occorre anche un trattamento molto particolare per andare a neutralizzare la loro pericolosità. Pensiamo ad esempio a dei diserbanti, rifiuti speciali in quanto prodotti da uno stabilimento industriale e pericolosi in quanto altamente inquinanti e pericolosi anche per la salute dell’uomo. Comprendiamo quindi quanto sia importante una corretta gestione dei rifiuti speciale, soprattutto di quelli pericolosi, come l’amianto o le vernici o rifiuti derivanti da zone contaminate, ma anche medicinali e morchie. Si tratta, quindi, di una tematica molto complessa e delicata che va affrontata in tutta la sua complessità.

martedì 13 marzo 2018

Riscatto della laurea e TFR: come funziona?

Ai fini pensionistici si richiede il calcolo  TFR – Trattamento di Fine Rapporto – per stabilire il valore della pensione. Oltre al calcolo in base agli anni di lavoro, si può incrementare la buonuscita con l’aggiunta del calcolo di altri periodi riscattabili ai fini pensionistici come gli anni di servizio militare o quello universitari; perché gli anni riscattati contino ai fini del calcolo del TFR (clicca qui), occorre fare la domanda di riscatto già durante gli anni lavorativi;  ma cosa significa riscatto e su cosa si basa il calcolo ai fini del TFR?

Cos’è il riscatto a fini pensionistici

Il riscatto consiste in una valutazione:
  • Dei servizi e dei periodi non coperti dall’obbligo di contributi previdenziali (ai fini del TFS – indennità di buonuscita e indennità premio di servizio;
  • Di un periodo quantificato – ai fini del TFR – in una somma da mettere da parte e che costituisce quota di TFR.
In ogni caso, il riscatto è subordinato al pagamento di una somma – completamente a carico del richiedente – che viene determinata in base all’applicazione di un coefficiente.
Tale coefficiente si ricava in base a:
  • Retribuzione annua percepita alla data di inoltro della domanda;
  • Età del richiedente;
  • Età di pensionamento (per limiti di età o anni di servizio effettuati in base a qualifica o grado ricoperto);
  • Limite di periodo di riscatto concesso (per la laurea, per esempio, 4 o 5 anni a seconda del corso di studi).
Obbligatoriamente, la domanda di riscatto si deve inoltrare durante gli anni di attività in servizio.

Chi può fare la richiesta di riscatto?

Il riscatto può essere richiesto da:
  • Dipendenti pubblici in servizio con contratto determinato (TFR),
  • Dipendenti civili e militari con contratto a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2000 e personale in ruolo ma non contrattualizzato (militari, ricercatori, docenti universitari, magistrati, diplomatici -  TFS buonuscita);
  • Dipendenti di enti locali, servizio sanitario e iscritti al fondo di previdenza ex-INADEL con contratto a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2000.

Quali sono i periodi riscattabili

Gli anni di studio possono essere riscattati a fini pensionistici purché non contemporanei ad altri servizi con iscrizione previdenziale. I periodi “scolastici” e di formazione riscattabili sono:
  • Corso di laurea e corso di specializzazione post-laurea;
  • Anni di corso per Laurea breve;
  • Dottorati di ricerca;
  • Corsi di formazione professionale con conseguente titolo di studio/attestato;
  • Tirocini pratici per farmacisti e operatori sanitari (dal 10 settembre 1991);
  • Anni per il conseguimento del diploma di:
    • Infermiere;
    • Assistente sociale;
    • Fisioterapista e tecnico della riabilitazione.
A partire dal 12 luglio 1997, gli anni di laurea, specializzazione post-laurea, dottorato di ricerca e laura breve sono riscattabili anche se i titoli conseguiti non sono stati utilizzati durante la carriera professionale. Gli anni di studio si possono riscattare per intero o parzialmente purché entro i limiti temporali del corso di studi (gli anni fuori corso non sono calcolati).

Se il richiedente non ha maturato il diritto al TFR, il riscatto non produce effetti e i contributi versati all’INPS Gestione dipendenti Pubblici non sono rimborsabili.

Come fare verifica delle partite IVA comunitarie

La partita IVA comunitaria serve per poter commercializzare in sicurezza e libertà nell’ambito dell’Unione Europea. A volte, quando si possono nutrire dubbi e si vogliono avere certezze sull’affidabilità del proprio partner commerciale, è necessario poter verificare la validità della partita IVA della controparte. Il servizio di verifica delle partite IVA comunitarie è effettuabile – anche online – presso il VIES, una banca dati e un sistema di controllo presso la quale ottenere le informazioni necessarie su tutte le imprese operanti con sede in Unione Europea. Per informazioni sulla partita IVA comunitaria, clicca qui.

La verifica della partita IVA comunitaria tramite VIES

Per accedere alla consultazione delle partite IVA comunitaria dei proprio clienti è necessario iscriversi e, pertanto, inserire i dati presso la banca dati VIES. Gli ultimi aggiornamenti normativi sono stati effettuati nel 2011, qualora la verifica di un codice cliente di accesso dovesse risultare, vuol dire che sono cambiati dei parametri per cui è necessario iscriversi nuovamente.
Ma come funziona il VIES? Il VIES è un sistema elettronico che collega tra loro i sistemi fiscali degli Stati Membri europei, la verifica si effettua dunque online, accedendo all’area del sito “Controllo Partite IVA comunitarie”:
  • Si seleziona lo Stato membro di interesse appartenente al cliente/fornitore/azienda di cui si desidera verificare l’esistenza,
  • Si inserisce il numero di partita IVA indicato sulla fattura,
  • Si inoltra la richiesta presso l’amministrazione fiscale del paese membro che accede alla propria banca dati;
  • Si attende l’esito – in tempo reale – che può essere “codice valido” o “ codice non valido”.
Se il codice è valido significa che l’operatore è esistente ed esercita regolarmente la professione, se l’esito è “codice non valido” significa che:
  • L’operatore non è esistente;
  • Il codice non è stato digitato correttamente;
  • L’operatore non è iscritto alla banca dati.
In questi casi, per ottenere le informazioni richieste si deve contattare l’Agenzia delle Entrate. Le informazioni che si possono visualizzare sono: denominazione e indirizzo dell’operatore (solo se lo Stato Membro ha autorizzato la divulgazione dei dati).
È importante digitare correttamente il numero di partita IVA, perché ogni Stato adotta il proprio formato: solitamente il codice identificativo IVA ha un numero specifico di caratteri e numeri a seconda del Paese, nella maggior parte dei casi si compone di una lettera (a inizio o fine codice) e 9 numeri (a volte 10). L’elenco della struttura di un numero di partita IVA per paese è consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Quali sono i paesi aderenti al VIES


È possibile consultare le partite IVA comunitarie solo dei paesi aderenti al sistema di controllo VIES e sono i seguenti: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna (fino a conclusione del processo di BREXIT), Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.

Occhio alle truffe sulle assicurazioni low cost!

L’RCA è obbligatoria, ma in Italia ha dei costi molto alti; è legittimo cercare di risparmiare andando alla ricerca di un’assicurazione auto low cost (per maggiori informazioni vai al link: http://www.inforcauto.it/assicurazioni-auto-low-cost063.html) ma è bene fare molta attenzione e prendere le cautele necessarie a evitare la sottoscrizione di polizze – truffa, soprattutto online. bisogna, inoltre, prestare molta attenzione alle clausole perché anche quando l’assicurazione è regolarmente esercitata da soggetti autorizzati, dietro premi troppo bassi possono nascondersi delle piccole “magagne”, come l’assenza di alcuni servizi di base o la mancanza di assistenza in determinate circostanze. Occhio alle truffe!

Come evitare le truffe sulle assicurazioni low cost

L’IVASS (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) è l’ente presso il quale poter effettuare verifiche sull’esistenza e l’attendibilità delle compagnie assicuratrici in Italia e in Europa. Prima di sottoscrivere una polizza low cost, quindi, è bene sincerarsi presso l’IVASS della reale esistenza e del rating (o giudizio) espresso dall’ente stesso in merito alle varie compagnie.
Esiste anche una sorta di black list, una lista nera delle compagnie inaffidabili o contraffatte consultabile sul sito dell’IVASS. La maggior parte delle truffe riguardano la tipologia delle assicurazioni auto di durata temporanea sottoscritte online.
Questi siti truffa utilizzano tendenzialmente i dati identificativi di un intermediario regolarmente iscritto al RUI (Registro Unico degli Intermediari), i quali sono all’oscuro dell’utilizzo improprio della loro identità. Quando l’Istituto di vigilanza effettua i suoi controlli regolarmente e riscontra attività illecite può richiedere l’immediato oscuramento dei siti-frode presso le autorità competenti.

Come riconoscere gli intermediari regolari?

Oltre che consultare la lista sul sito dell’IVASS, l’Istituto consiglia di prestare particolare attenzione ad alcuni elementi, soprattutto quando le offerte assicurative passano attraverso i profili dei vari social network. Per essere attendibili, i profili social degli intermediari citati dalle compagnie devono indicare sempre:
  • I dati dell’intermediario;
  • Recapiti della sede di lavoro (indirizzo, telefono, fax, posta elettronica);
  • Il numero e la data di iscrizione al RUI;
  • L’indicazione di essere iscritto all’IVASS o sottoposto a controllo regolare dell’IVASS.

Oltre al sito, i consumatori possono rivolgersi all’Istituto anche tramite il numero verde a cui rispondono gli operatori dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14.30.